Pacemaker Brieda

Il cuore si contrae grazie all’attività incessante di un piccolo nucleo di cellule chiamate nodo del seno dal quale prende origine l’impulso elettrico che propagandosi (attraverso il tessuto di conduzione) in tutto il cuore determina la sua contrazione sincronizzata (gli atri prima dei ventricoli).

Come tutti gli organi anche l’impianto elettrico del cuore può presentare malfunzionamenti riscontrabili alla nascita o che si manifestano con l’età. Il malfunzionamento del nodo del seno e del tessuto di conduzione sono correggibili con l’utilizzo di un pacemaker e relativi elettrocateteri che devono raggiungere le camere cardiache.

Il pacemaker è una macchina intelligente che in primis ascolta quello che accade all’interno del cuore per poi intervenire se necessario, in ogni caso in assoluta autonomia senza che il paziente si accorga di nulla.

Un pacemaker particolare è anche in grado di resincronizzare un cuore che si contrae in modo scorretto (nella norma gli atri si contraggono nello stesso istante ma prima dei ventricoli anch’essi attivati nello stesso istante).

Una sincronizzazione non ottimale porta al malfunzionamento delle valvole atrioventricolari, alla dilatazione progressiva del cuore e per finire al quadro di patologia chiamato scompenso cardiaco.

COME SI INSERISCE UN PACEMAKER ?

Viene inserito realizzando una piccola tasca sottocutanea in regione sottoclavicolare sinistra con un taglio di 3-5 cm. Realizzata la tasca si utilizza la vena succlavia omolaterale per inserire i cateteri e raggiungere le camere cardiache. La procedura richiede solo l’anestesia locale e pertanto il paziente è sveglio durante l’intervento.

LA PROGRAMMAZIONE

Immediatamente dopo l’impianto il medico procederà a programmare il pacemaker utilizzando un programmatore wireless
che attiverà tutte le funzioni in relazione alle specifiche esigenze del paziente.

Nello stesso momento verrà attivato il sistema di monitoraggio da remoto ( analogo a un telefono cellulare ) che vigilerà sul funzionamento per tutta la durata del pacemaker stimata tra 8 e 15 anni.
Da questo momento il suo cardiologo, tramite un computer, potrà controllare periodicamente il funzionamento dell’insieme pacemaker/cateteri ed essere allertato per eventuali malfunzionamenti.

IL DEFIBRILLATORE IMPIANTABILE ( ICD )

Il defibrillatore ha tutte le caratteristiche fin qui descritte di un pacemaker alle quali si associa la capacità di interrompere in modalità automatica tutte le tachicardie potenzialmente pericolose per la vita del paziente e quando accadesse resuscitarlo da un arresto cardiaco.

Il tutto erogando un piccolo shock all’interno del cuore

E’ più voluminoso, ma non troppo, di un pacemaker; comunica anch’esso con il cuore attraverso gli elettrocateteri e dialoga con un sistema di monitoraggio come il pacemaker

La procedura di impianto è analoga a quella descritta per il pacemaker mentre la programmazione richiederà più tempo.

LA TERAPIA NON FARMACOLOGICA
DELLO SCOMPENSO CARDIACO

In anni recenti, un pacemaker/defibrillatore particolare è stato utilizzato con brillanti risultati per il trattamento del cuore che avendo perduto la naturale sincronia di contrazione ( le camere cardiache devono contrarsi con tempistica precisa ) si è dilatato compromettendo la sua forza contrattile con conseguente comparsa di uno stato clinico definito scompenso di cuore.
Utilizzando un catetere per gli atri e due per i ventricoli il pacemaker/defibrillatore è in grado di resincronizzare il cuore, normalizzare la funzione delle valvole, migliorare la funzione di pompa del cuore e normalizzare la qualità di vita.

LA CARDIOPATIA ISCHEMICA

La cardiopatia ischemica include tutte le condizioni in cui si verifica un insufficiente apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco. La causa più frequente è laterosclerosi, caratterizzata dalla presenza di placche ad elevato contenuto di colesterolo nelle arterie coronarie, capaci di ostruire o ridurre il flusso di sangue. La cardiopatia ischemica presenta manifestazioni cliniche differenti (modalità di esprimersi attraverso i sintomi) quali l’angina pectoris stabile e instabile e l’infarto del miocardio.
L’attività del cuore è caratterizzata da un equilibrio tra il fabbisogno di ossigeno del muscolo cardiaco e il flusso di sangue. Il cuore, infatti, è un organo che utilizza grandi quantità di ossigeno per il proprio metabolismo. In presenza di patologie o condizioni che alterano questo equilibrio si può generare una riduzione acuta o cronica, permanente o transitoria, dell’apporto di ossigeno (ipossia o anossia) e degli altri nutrienti, che può a sua volta danneggiare il muscolo cardiaco, riducendone la funzionalità (insufficienza cardiaca).
L’ostruzione improvvisa delle coronarie può condurre all’infarto miocardico con un elevato rischio di arresto circolatorio e decesso.
Va ricordato che la patologia aterosclerotica e la cardiopatia ischemica sono la principale causa di morte nel mondo Occidentale.

LE CAUSE PIÙ FREQUENTI DI CARDIOPATIA ISCHEMICA SONO:

  • L’aterosclerosi, malattia che coinvolge le pareti dei vasi sanguigni attraverso la formazione di placche a contenuto lipidico o fibroso, che evolvono verso la progressiva riduzione del lume o verso l’ulcerazione e la formazione brusca di un coagulo sovrastante il punto di lesione. L’aterosclerosi delle arterie coronarie è la causa più frequente di angina e infarto miocardico.
  • Spasmi coronarici, una condizione relativamente poco frequente che porta a una contrazione (spasmo) improvvisa e temporanea dei muscoli della parete dell’arteria, con riduzione o ostruzione del flusso di sangue.

I FATTORI DI RISCHIO:

  • Ipercolesterolemia o aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, che innalza proporzionalmente il rischio di aterosclerosi.
  • Ipertensione arteriosa: la “pressione alta” o ipertensione arteriosa può avere varie cause e interessa una larga fetta della popolazione di età superiore ai 50 anni. Si associa a una aumentata probabilità di sviluppare l’aterosclerosi e le sue complicanze.
  • Diabete, che insieme a ipertensione e ipercolesterolemia compone la sindrome metabolica, un quadro ad alto rischio di ischemia cardiaca.
  • Stress
  • Vita sedentaria
  • Obesità
  • Fumo
  • Predisposizione genetica

I SINTOMI DELLA CARDIOPATIA ISCHEMICA

  • Dolore toracico (angina pectoris o dolore anginoso), con pressione e dolore al petto, che può irradiarsi al collo e alla mascella. Può manifestarsi anche al braccio sinistro oppure alla bocca dello stomaco, confondendosi talvolta con sintomi analoghi a una banale pesantezza addominale.
  • Sudorazione
  • Mancanza di respiro
  • Svenimento
  • Nausea e vomito

La prevenzione è l’arma più importante contro la cardiopatia ischemica. Si basa su uno stile di vita salutare, lo stesso che deve essere seguito da chi è stato colpito da problemi cardiaci.

Prima di tutto è necessario evitare il fumo e seguire una dieta povera di grassi e ricca di frutta, verdura e cereali integrali.

Privilegiare un’attività fisica aerobica regolare.

Vanno poi corretti, ove possibile, tutti i fattori di rischio cardiovascolare.